Alla fine della riunione terminata alle due di notte e che è servita per definire il testo da leggere il giorno dopo alla direzione del PDL, Berlusconi ha salutato i suoi scribi dicendo:
«Beati voi che andate a dormire – li ha congedati il premier, mentre ancora provava l’intonazione dei passaggi principali -. Io non so se ci andrò. E non so neanche dove».
Oltre a tenere in allarme costante le scorte, richiamate continuamente per fuori programma, questa dell’erraticità notturna - per cui a Roma il premier per dormire alterna Palazzo Grazioli con il castello di Tor Crescenza, e fuori dalla Capitale si divide tra Arcore, la nuova villa sul lago di Como e la Sardegna .
Poveretto Silviuccio, devo confessare che scrivo queste righe con il magone e soffocando un singhiozzo.
Sapere che è ridotto così, costretto a vivere dove capita, solo come un barbone confortato solo dall'occasionale intervento dei volontari della Caritas, fa veramente pena.
Non possiamo esimerci dall' intervenire ,metterci una mano sul cuore e l'altra sul portafoglio intervenire a favore di quel disgraziato.
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